sabato 25 febbraio 2012

Geometria qualificata

Inizialmente c'è un gesto. La bocca inizia a distendersi, non vedi ancora i miei denti. Non so quantificare il tempo sotto il secondo ma li vedrai presto. Aspetta un altro istante e potrai notare che dopo aver agrottato i miei occhi ed averli fatti feritoie, mordo la lingua distendendo la bocca in un sorriso. L'immagine sembra forte. Rifletto... sono arrivato alla conclusione! I miei saluti non sono speciali ma nel loro perenne ripetersi hanno qualcosa di sicuro. Il pensiero sembra evocativo. Ti chiederai (sto presupponendo di averti reso curioso, ti chiedo scusa) in che modo sono arrivato ad una conoscenza talmente approfondita del mio presentarmi. La risposta è semplice: mi saluto quasi ogni giorno. Non necessariamente di fronte ad uno specchio isolo (e mi diverto) le componenti che fanno il mio buongiorno, le quantifico, le imbalsamo e le rendo impagliate come ferme in una foto.
L'immagine sembra triste, lo è. Talmente triste e reale che mi assale un dubbio. Rifletto! Conclusione (l'ennesima): I miei saluti non sono speciali e nemmeno sicuri. Sanno essere caldi ma non certo sicuri. Forse per renderli davvero protettivi dovrei salutare e scappare; renderli non un biglietto da visita ma la visita perché dopo questa serie di gesti arrivo io. Ed il mio io è fragile. Ve lo garantisco.
Ripenso: Inizialmente c'è un gesto. La bocca inizia a distendersi, non vedi ancora i miei denti. Non so quantificare il tempo sotto il secondo ma li vedrai presto. Aspetta un altro istante... Alt, cambio tutto!! Chiudo gli occhi e dico: Buongiorno!


Un regalo:

Nessun commento:

Posta un commento