venerdì 15 giugno 2012

Benedict: Sceneggiatura originale di Carlo Cotti


CARLO COTTI

Nasce a Milano nel 1939... Segue come auditor i corsi di teatro al Filodrammatici, al Piccolo Teatro con Strehler. Debutta come attore in piccole partecipazioni in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti e in Risate di Gioia di Mario Monicelli con Anna Magnani e Totò. L’incontro con la Magnani gli cambierà la vita professionale, su suo consiglio si dedicherà alla regia.
1986 prima regia di un lungometraggioSposerò Simon Le Bon, candidato al Nastro d’Argento 1987 come migliore regista esordiente.
1988/89  regia e co-sceneggiatore: Partire in quarta ( Bille en tète) con Kristin Scott Thomas, Danielle Darrieux, Thomas Langman.
Regista teatro di prosa, teatro lirico, teatro leggero. Dal 2003 al 2008 ha tenuto Master class (con laboratori) sul linguaggio cinematografico all’Università di Catania, di Gela, allo IED, al CSC sede Lombardia e alla scuola civica di Milano. Vincitore di premi per documentari, testi teatrali e sceneggiature cinematografiche.




Sceneggiatura premiata al  BaffilmFestival 2007 
con la
Menzione  Speciale  d’Onore
Motivazione 
...Benedict , copione  un po’ troppo sceneggiato, ma scritto con precisione, racconta una visione della Vita che ha una sua pregnanza, alla ricerca di Valori perduti. La sceneggiatura  è punteggiata con maestria da figure colorite delineate con vera attenzione alla storia raccontata, mostrando,  controcorrente, che la Sicilia non è solo terra di mafia.
Furio Scarpelli 
 Presidente della Giuria




Come è nata l’idea…

…i grandi incontri gli innamoramenti esistono e non soltanto verso persone ma anche verso terre, luoghi situazioni. È di questo che voglio parlare.
Mi sono innamorato della Sicilia al primo incontro nel lontano 1963 quando ero assistente di Alessandro Blasetti per un Liolà cinematografico con Ugo Tognazzi. La Sicilia è in me, anche come paese di vacanze… come a Vulcano, dove sono nate molte delle mie sceneggiature…
…mi fa piacere, prima che ci si accinga a leggere Benedict, ricordare come sono arrivato ad immaginare questo “futuro” racconto cinematografico che parla di ragazzi ai ragazzi, agli adulti prendendo lo spunto dalla storia di San Benedetto il Moro (secolo 15mo), Santo Siciliano, portandola ai nostri giorni e come un road movie, partendo da San Fratello sui Monti Nebrodi, ho aggiunto episodi e personaggi di fantasia in terra Siciliana legati all’America dove all’inizio del secolo scorso, molti siciliani, come altri Italiani emigravano per cercare lavoro.

Nell’ anno giubilare 2000 stavo preparando come autore e regista nella Città del Vaticano in Aula Paolo VI, la serata dedicata alla Canonizzazione di madre Bakita, delle Suore della Carità Canossiana, prima Santa Nera, nata in Sudan nel 1869 e morta a Schio nel 1948, dichiarata da Sua Santità Papa Giovanni Paolo II: “ Sorella Universale”, titolo che ho mantenuto nel mio spettacolo. Parlandone con un medico siciliano, mi dice che in Sicilia oltre alla Madonna Nera di Tindari, esiste un Santo Nero, San Benedetto il Moro.

La curiosità innata, sana che mi porta a conoscere la Vita, mi porta in Sicilia a San Fratello nel Messinese, paese natale di Benedetto il Moro. Incontro padre Salvatore di Piazza, il dottor Alfredo Iraci, cultore della figura di San Benedetto il Moro e il dottor Giuseppe Ricca l’allora Sindaco di San Fratello che invito in Aula Paolo VI alla Festa per la Canonizzazione di Madre Bakita… proprio quel giorno a Palermo, San Benedetto il Moro veniva dichiarato dall’Unesco, Patrimonio dell’Umanità. 
A San Fratello si parla oltre al siciliano, il Sanfratellano, lingua gallo italica che è materia d’esame all’Università di Catania, dove, di nuovo la curiosità, mi porta a parlarne con un sanfratellano doc il professore Salvatore Riolo docente per la lingua gallo italica...
...e con la Preside la professoressa Gabriella Alfieri mi propongono di tenere in Università dei laboratori sul linguaggio cinematografico. Da questi master ho ricevuto nuovi impulsi per il copione che stavo scrivendo e molti studenti ai quali parlavo del progetto mi hanno fatto conoscere altre belle realtà siciliane… da Modica a Palermo, diventando cosi un road movie siciliano.
…Quante coincidenze…



Il perché


In un mondo di violenze, di soprusi, di perdita dei Valori, di rifiuti alla Vita, di razzismo, di guerre di religioni, di immagini di vita da non imitare, la mia sceneggiatura è controcorrente, è un racconto a lieto fine, senza messaggi da buonista ma di buon auspicio, un auspicio da imitare, come e quando le favole che finivano lietamente cominciavano con un C’era un volta, …
…C'era un tempo aggiungo io, che fra nonni e nipoti, fra genitori e figli passava un certo modo di raccontare tramandandosi valori, amore per la Vita, rispetto verso gli altri, fatti, idee, esperienze… 
Voglio dedicare a quel tempo lontano ai miei genitori queste pagine, perché  è  da loro che ho imparato a rispettare la Vita, il prossimo, ad ascoltare e poi a mia volta a raccontare.
Una storia per immagini che può avvenire in ogni parte del mondo, in una parte nel Sud del Sud. A San Benedetto il Moro, il gruppo Intillimani dedica un brano, Fiesta per San Benito, una canzone cult eseguita in tutto il mondo in onore del Santo Nero. 

…Guardare la vita, sempre, con lo sguardo nuovo, innocente, innocentemente cattivo di un bambino e mai dimenticare di esserlo stato… 
Per vivere meglio, alla ricerca di valori perduti, pensiamo alla Vita come ad una Favola, nel Bene e nel Male senza confonderli ma distinguendoli, così la Vita ci sembrerà migliore.


Sinossi
Un riassunto non è mai esaustivo
Inizio anni duemila

Una storia ha inizio a Catania, Università ex Benedettini con Maria Rosa ( Mairasa) di San Fratello, studentessa del gallo italico, l’altra nel Bronx, con una famiglia di sanfratellani la emigrati.  Le due storie s’incrociano a San Fratello nel Messinese e come un road movie, si sposta da Catania a San Fratello a Modica a Palermo.  La Sicilia terra da scoprire, lontana da comuni stereotipi, da riscoprire alla ricerca di valori perduti.
A Catania, Università, Monastero Ex Benedettini due giovani, Maria Rosa di San Fratello e Cirino di Modica.
Nel Bronx, Benedict e l’amore verso l’ultranovantenne bisnonno Filadelfio, ricco di vita di valori di esperienze. 
La vita di Filadelfio, detto Frareau, ha termine in terra, quella del pronipote Benedict, sei anni, è all'inizio mentre giunge nella terra d’origine portando le ceneri del bisnonno. Benedict ha un rapporto intenso con la mamma Marianna, vedova di Benedetto figlio di Alfio. La conversazione fra i due è delle più intelligenti. Ben dimostra più dei sei anni dichiarati. Ben parte malvolentieri per la Sicilia con il nonno Alfio, perché secondo lui, la promessa al bisnonno non era stata fatta da lui ma dal nonno Alfio... Arrivato a San Fratello, frastornato da tutto, da quelle strane lingue, e anche da quella statua di un nero con in braccio un bambino bianco, con una telefonata alla madre, vuole tornarsene in America. Nonno Alfio lo accompagnerà all’aeroporto di Catania, per affidarlo ad un incaricato per il suo ritorno in America. Arriva un volo charter dalla Germania con emigranti per le imminenti festività pasquali, Alfio fra questi riconosce Antonio con il nipote Franz… abbigliato con un costume strano, un colbacco con una lunga coda di cavallo ed una tromba. Benedict affascinato, chiede al nonno che rimarrà solo se potrà avere anche lui  un costume di carnevale… “non è un costume di carnevale, è un abbigliamento per la festa dei Giudei, se vuoi veramente rimanere, devi chiamare mamma e dirle che la decisione è stata solo tua". In Sicilia un'iniziazione alla Vita nella terra dei padri.
Lingue e dialetti che si confondono, che si mescolano, dall'americano, all'italiano, al siciliano, al tedesco. Alla scoperta del sanfratellano lingua gallo-italica, lingua da difendere, da imparare, da tramandare, alla scoperta di quel Nero con un bambino bianco in braccio, da lui confuso per un kidnapping, il razzismo del Bronx è presente. Benedict rifiuta di ascoltare i racconti del bisnonno Filadelfio che gli parlavano della vita di quel Santo, San Benedetto il Moro.
Il legame fra Ben in Sicilia e la madre nel Bronx continua con le quotidiane telefonate che il piccolo le farà ogni sera con il racconto della giornata.
Maria Rosa detta Mairasa, una ragazza nata in Belgio da genitori là emigrati, al ritorno obbligato in Sicilia per la malattia del padre, s’innamorerà talmente della sua terra che la vedrà studentessa per la lingua gallo-italica all’Università di Catania. 
Mairasa vuole  tramandare quella lingua ormai in estinzione ai giovani figli degli emigranti che vengono a passare le vacanze estive a San Fratello. 
Mairasa li porterà a conoscere l’ultimo passaggio terreno di Benedetto il Moro, a Palermo dove è sepolto nel piccolo cimitero del convento di Santa Maria del Gesù, venerato in tutto il mondo, ricordato anche musicalmente dagli Inti Illimani,con il brano: Fiesta per Santo Benito.
E dove, anni fa, un meticcio americano, Joseph Dell, ha voluto essere sepolto prima di finire sulla sedia elettrica.



® La Sicilia è un Paese di Pace in Pace,
dove è nato il sole,
dove il Bianco è Bianco e il Blu è Blu!
Sicily is a Peace full country of Peace,
where White is White and Blue is Blue. ®



Email : carlocotti@virgilio.it

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